Palazzo Vitari è un edificio del XVIII secolo posto nel Centro Storico in posizione dominante sull’ampia vallata, con portale originario ad arco a tutto sesto con decorazioni geometriche a greche. Sopra il portale e lungo tutta la facciata scorre una lunga balconata con ringhiere in ferro battuto.
Il palazzo faceva parte originariamente di un monastero della clarisse. Diventato poi palazzo nobiliare della famiglia Vitari negli anni Cinquanta del Novecento è stato acquistato dal Comune. Dapprima ubicazione di una scuola elementare, poi sede municipale, ha ospitato successivamente una biblioteca dell’Università della Calabria.
Negli anni Novanta è stato sottoposto a lavori di restauro e nel 1997 è stato assegnato in gestione al Centro per l’arte e la cultura “A. Capizzano”, che nel 2004 vi ha istituito il Museo d’arte dell’Otto e Novecento.
Il MAON, ovvero Museo dell’arte dell’Otto e Novecento, è stato inaugurato il 4 maggio 2004 per iniziativa del Centro per l’arte e la cultura “A. Capizzano” di Rende.
A sua volta il Centro intitolato all’artista rendese Achille Capizzano, è nato nel 1997 su iniziativa dell’on Sandro Principe, che ha chiamato a raccolta professionisti, docenti universitari e imprenditori in una associazione finalizzata alla promozione della cultura e dell’arte.
Dopo sette anni di una intensa attività di mostre il Centro si è dotato di raccolte stabili e ha istituito il Museo, che nasce da un progetto del critico d’arte Tonino Sicoli.
Esso è una delle poche istituzioni culturali meridionali dedicate all’arte moderna e contemporanea, ed ha sede a Palazzo Vitari, nel Centro Storico di Rende, concessa in comodato d’uso ventennale dall’Amministrazione comunale, che lo annovera fra le strutture del Polo Museale rendese, assieme al Museo Civico e al Museo del Presente, destinato a laboratorio culturale e a mostre sull’attualità.
Il MAON gode del patrocinio della Soprintendenza BSAE della Calabria ed ha il riconoscimento, fra i Luoghi del Contemporaneo, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
L’utilizzo di una piattaforma informatica, accessibile al pubblico attraverso una rete wi-fi e un sistema di consultazione mediante touche-screen o dispositivi palmari e QR-Code, per quanto già noti ma poco usati nella comunicazione dei Musei italiani, men che meno in Calabria, rendono il MAON all’avanguardia per l’adozione di soluzioni interattive.